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      Ma arrivati nel paese di Mugello si voltorno improvisamente verso Lucca per congiugnersi con gli altri, o perché veramente avessino avuto sempre cosí nell'animo o perché nel cardinale di Santa Croce potesse piú finalmente l'antica ambizione che il nuovo timore, o perché, avendo ricevuto in quel luogo l'avviso di essere stati privati, si disperassino di potere piú essere concordi col pontefice. Passavano nel tempo medesimo l'Apennino i tre cardinali franzesi, San Malò, Alibret e Baiosa, per la via di Pontriemoli; e con loro i prelati di Francia: dietro a' quali partivano di Lombardia, per richiesta fatta da loro, trecento lancie franzesi sotto il governo di Odetto di Fois signore di Lautrech deputato da' cardinali custode del concilio, o perché giudicassino pericoloso lo stare in Pisa senza presidio tale o perché il concilio, accompagnato dall'armi del re di Francia, procedesse con maggiore autorità o veramente (come dicevano) per avere possanza di raffrenare qualunque ardisse di contraffare o di non ubbidire a' decreti loro. Ma i fiorentini, come intesono questa deliberazione, la quale insino che le genti cominciorno a muoversi era stata loro celata, deliberorno non ricevere in quella città, tanto importante, tal numero di soldati: considerando la mala disposizione de' pisani, ricordandosi che la ribellione passata era proceduta alla presenza e permettendola il re Carlo, e della inclinazione che al nome pisano avevano avuta i soldati franzesi, e dubitando oltre a questo che per la insolenza militare potesse nascervi qualche accidente pericoloso; ma molto piú temendo che se l'armi del re di Francia venivano a Pisa non ne nascesse (e forse secondo il desiderio occulto del re) che la Toscana diventasse la sedia della guerra.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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