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      Entrata dell'esercito francese in Bologna, gli ispano pontifici levano il campo e si ritirano verso Imola.
     
      Ma non molto dipoi che i svizzeri furno ritornati alle case loro cominciorno i soldati spagnuoli e quegli del pontefice a entrare nella Romagna; alla venuta de' quali tutte le terre che teneva il duca di Ferrara di qua dal Po, eccetto la bastia del fossato di Genivolo, si arrenderono alla semplice richiesta di uno trombetto. Ma perché non erano ancora condotte in Romagna tutte le genti e l'artiglierie, le quali il viceré aspettando si era fermato a Imola, parve che, per non consumare quel tempo oziosamente, Pietro Navarra capitano generale de' fanti spagnuoli andasse alla espugnazione della bastia. Il quale avendo cominciato a batterla con tre pezzi di artiglieria, e trovando maggiore difficoltà a espugnarla che non avea creduto, perché era bene munita e valorosamente difesa da cento cinquanta fanti che vi erano dentro, attese a fare fabbricare due ponti di legname, per dare maggiore comodità a' soldati di passare le fosse piene d'acqua; i quali due ponti come furono finiti, il terzo dí che vi si era accostato, che fu l'ultimo dí dell'anno mille cinquecento undici, dette ferocemente lo assalto, in modo che dopo lungo e bravo combattere i fanti saliti in sulle mura colle scale finalmente l'ottenneno, ammazzati quasi tutti i fanti e Vestitello loro capitano. Lasciò Pietro Navarra alla bastia dugento fanti, contradicendo Giovanni Vitelli, il quale affermava essere tanto indebolita da' colpi delle artiglierie che senza nuova riparazione non si poteva piú difendere: ma a fatica era ritornato a unirsi col viceré che il duca di Ferrara, andatovi con nove pezzi grossi d'artiglieria, l'assaltò con tale furore che squarciato quel luogo piccolo in molte parti vi entrò per forza il dí medesimo: ammazzati, parte nel combattere parte per vendicare la morte de' suoi, il capitano con tutti i fanti; ed egli percosso di un sasso in sulla testa, benché per la difesa della celata non gli facesse nocumento.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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