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      Però la notte seguente, che fu il decimonono dí dal dí che si erano accampati, fatte ritirare tacitamente l'artiglierie, l'esercito a grande ora si mosse verso Imola, camminando per le spianate per le quali era venuto, che mettevano in mezzo la strada maestra e l'artiglierie: e avendo posto nel retroguardo il fiore dell'esercito si discostorno sicuramente, perché non uscirno di Bologna altri che alcuni cavalli de' franzesi; i quali, avendo saccheggiata parte delle munizioni delle vettovaglie, e perciò essendosi cominciati a disordinare, furono, né senza danno, rimessi dentro da Malatesta Baglione, il quale andava nell'ultima parte dell'esercito.
     
      Lib.10, cap.10
     
      I veneziani prendono Brescia e Bergamo; subita partenza del Fois per affrontare i nemici. Vittoria del Fois alla torre del Magnanino. Presa e saccheggio di Brescia.
     
      Levato il campo, Fois, lasciati alla custodia di Bologna trecento lancie e quattromila fanti, partí subito per andare con grandissima celerità a soccorrere il castello di Brescia; perché la città era, il giorno precedente a quello nel quale entrò in Bologna, pervenuta in potestà de' viniziani. Perché Andrea Gritti, per comandamento del senato, stimolato dal conte Luigi Avogaro gentiluomo bresciano e dagli uomini quasi di tutto il paese, e dalla speranza che dentro si facesse movimento per lui, avendo con trecento uomini d'arme mille trecento cavalli leggieri e tremila fanti passato il fiume dell'Adice ad Alberé, luogo propinquo a Lignago, e guadato dipoi il fiume del Mincio al mulino della Volta tra Goito e Valeggio; e successivamente venuto a Montechiaro, si era fermato la notte a Castagnetolo villa distante cinque miglia da Brescia, donde fece subito correre i cavalli leggieri insino alle porte; e nel tempo medesimo, risonando per tutto il paese il nome di san Marco, il conte Luigi si accostò alla porta con ottocento uomini delle valli Eutropia e Sabia, le quali aveva sollevate, avendo mandato dalla altra parte della città insino alle porte il figliuolo con altri fanti.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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