Le quali cose udiva il pontefice con somma ambiguità e sospensione, e in modo che si potesse facilmente comprendere, combattere in lui da una parte l'odio lo sdegno e la pertinacia insolita a essere vinta o a piegarsi, dall'altra il pericolo e il timore; e si comprendeva anche, per le risposte faceva agl'imbasciadori, non gli essere tanto molesto lo abbandonare Roma quanto il non potereridursi in luogo alcuno dove non fusse in potestà d'altri: però rispondeva a' cardinali volere la pace, consentendo si ricercassino i fiorentini che se ne interponessino col re di Francia, e nondimeno non ne rispondeva con tale risoluzione né con parole tanto aperte che facessino piena fede della sua intenzione; aveva fatto venire da Civitavecchia il Biascia genovese, capitano delle sue galee, onde si interpetrava che e' pensasse a partirsi da Roma, e poco di poi l'aveva licenziato; ragionava di soldare quegli baroni romani che non erano nella congiura con gli altri, udiva volentieri i conforti de' due imbasciadori ma rispondendo il piú delle volte parole contumeliose e piene di sdegno. Nel qual tempo sopravenne Giulio de' Medici cavaliere di Rodi, che fu poi pontefice, il quale il cardinale Medici, ottenuta licenza dal cardinale Sanseverino, mandava dall'esercito, in nome per raccomandarsegli in tanta calamità ma in fatto per riferirgli lo stato delle cose: da cui avendo inteso pienamente quanto fussino indeboliti i Franzesi, di quanti capitani fussino privati, quanto valorosa gente avessino perduta, quanti fussino quegli che per molti dí erano inutili per le ferite, guasti infiniti cavalli, dissipata parte dello esercito in vari luoghi per il sacco di Ravenna, i capitani sospesi e incerti della volontà del re, né molto concordi tra loro perché la Palissa recusava di comportare la insolenza di San Severino che voleva fare l'officio di legato e di capitano, sentirsi occulti mormorii della venuta de' svizzeri né vedersi segno alcuno che quello esercito fusse per muoversi presto, dalla quale relazione confortato molto il pontefice, introdottolo nel concistorio gli fece riferire a' cardinali le cose medesime.
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