Il pontefice continua invece ad ostacolarla. Ossequi al cardinale de' Medici prigione in Milano e legato apostolico. Il re di Francia richiama le milizie nel ducato di Milano e rinnova la confederazione co' fiorentini.
Cosí, dopo la battaglia di Ravenna, procedeva il pontefice. Ma il re di Francia, con tutto che la letizia della vittoria perturbasse alquanto la morte di Fois, amatissimo da lui, comandò subito che il legato e la Palissa conducessino l'esercito quanto piú presto si poteva a Roma: nondimeno, raffreddato il primo ardore, incominciò a ritornare con tutto l'animo al desiderio della pace, parendogli che troppo grave tempesta e da troppe parti sopravenisse alle cose sue. Perché se bene Cesare continuasse nel promettere di volere stare congiunto con lui, affermando la tregua fatta co' viniziani in suo nome essere stata fatta senza suo consentimento e che non la ratificherebbe, nondimeno al re, oltre al timore della sua incostanza e il non essere certo che queste cose non fussino dette simulatamente, pareva avere, per le condizioni dimandava, compagno grave alla guerra e dannoso alla pace; perché credeva che la interposizione sua l'avesse a necessitare a consentire a piú indegne condizioni: e oltre a questo non dubitava piú i svizzeri avere a essere congiunti con gli avversari; e dal re di Inghilterra aspettava la guerra certa, perché quel re aveva mandato uno araldo a intimargli che pretendeva essere finite tutte le confederazioni e convenzioni che erano tra loro, perché in tutte si comprendeva l'eccezione: “pure che e' non facesse guerra né con la Chiesa né col re cattolico suo suocero”. Perciò il re intese con piacere grande essere stati ricercati i fiorentini che si interponessino alla pace, mandò subitamente a Firenze con amplissimo mandato il presidente di Granopoli, perché trattasse di luogo piú propinquo, e acciò che, se cosí fusse espediente, potesse andare a Roma; e dipoi intesa per la sottoscrizione de' capitoli la inclinazione, come pareva, piú pronta del pontefice, si inclinò interamente alla pace: benché temendo che per la partita dell'esercito non ritornasse alla pertinacia consueta, commesse al la Palissa, che già era pervenuto a Parma, che con parte delle genti ritornasse subito in Romagna e che spargesse voci d'avere a procedere piú oltre.
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