Perciò il viceré aveva consentito salvocondotto agli imbasciadori eletti per questa espedizione, e si sarebbe astenuto insino alla venuta loro di assaltare piú Prato se di dentro gli avessino dato qualche comodità di vettovaglie.
Lib.11, cap.4
Presa e sacco di Prato. Deposizione del gonfaloniere in Firenze. Accordi dei fiorentini col viceré. Riforma del governo in Firenze; restaurazione del governo de' Medici. Errori che condussero i fiorentini alla perdita della libertà. Resa del Castelletto di Genova.
Niuna cosa vola piú che l'occasione, niuna piú pericolosa che il giudicare dell'altrui professioni, niuna piú dannosa che il sospetto immoderato. Desideravano la concordia tutti i principali cittadini, assuefatti dietro agli esempli de' maggiori loro a difendere spesso la libertà dal ferro coll'oro; perciò facevano instanza che gli imbasciadori eletti subitamente andassino, a' quali oltre all'altre cose si commetteva che di Prato si facesse porgere vettovaglia all'esercito spagnuolo, acciò che il viceré quietamente aspettasse se la concordia trattata aveva effetto: ma il gonfaloniere, o persuadendosi, contro alla sua naturale timidità, che gli inimici disperati della vittoria dovessino da se stessi partirsi o temendo de' Medici in qualunque modo ritornassino in Firenze, o conducendolo il fato a essere cagione della ruina propria e delle calamità della sua patria, allungava artificiosamente la spedizione degli imbasciadori, talmente che non andorno il dí nel quale secondo la deliberazione fatta doveano andare.
| |
Prato Prato Firenze Firenze Medici Castelletto Genova Prato Medici Firenze
|