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      Per la quale ingiuria, Ottobuono e Sinibaldo suoi fratelli, ritiratisi alle loro castella, e poco dipoi convenutisi col re di Francia e cospirando con gli Adorni, si accostorno da altra parte con quattromila fanti a Genova. Non era il doge potente a resistere per se stesso alla parte Gattesca e Adorna congiunte insieme, né per la celerità degli avversari poteva essere a tempo il soccorso che aveva chiesto al viceré; e inclinò del tutto le cose, che mille fanti de' suoi fermatisi in su' monti vicini, non potendo resistere al numero maggiore, furno rotti. Onde il doge, insieme con Fregosino, avendo a fatica avuto tempo di salvare la propria vita, fuggí per mare, lasciato Lodovico, l'altro fratello, alla custodia del Castelletto, e i vincitori entrorno in Genova: dove i fratelli de' Fieschi, traportati dall'impeto della vendetta, feciono ammazzare e dipoi, legato crudelmente alla coda di un cavallo, strascinare per tutta la città Zaccheria fratello del doge, rimasto prigione alla battaglia fatta in su' monti; il quale era insieme cogli altri intervenuto alla morte del fratello. Cosí ridotta Genova alla divozione del re di Francia, fu fatto in nome suo governatore Antoniotto Adorno; e l'armata franzese forní di gente e di vettovaglie la Lanterna, e di poi saccheggiata la Spezie si fermò a Portovenere.
     
      Lib.11, cap.12
     
      I francesi, dopo vari assalti alla città, si accampano a due miglia da Novara. Parole di Mottino agli svizzeri per esortarli ad assalire gli alloggiamenti nemici. Vittoria degli svizzeri e copiosi frutti di essa.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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