Per la qual cosa si mossono da Milano, per ricuperare Bergamo, sessanta uomini d'arme trecento cavalli leggieri e settecento fanti con dumila uomini del monte di Brianza sotto Silvio Savello e Cesare Fieramosca; i quali avendo scontrati nel cammino cinquecento cavalli leggieri e trecento fanti mandati da Renzo a Bergamo, gli messono in fuga facilmente: per il che gli altri che prima aveano occupato Bergamo l'abbandonorno, lasciata solamente guardia nella rocca posta in sul monte fuora della città, la quale si dice la Cappella.
Soggiornorno alquanti dí il viceré e Gurgense a Vicenza, mandata una parte degli spagnuoli sotto Prospero Colonna a saccheggiare Basciano e Morostico, non per alcuno delitto loro ma perché colle sostanze degli infelici popoli si andasse il piú che si poteva sostentando l'esercito, al quale mancavano i pagamenti; perché Cesare stava sempre oppresso dalle medesime difficoltà, il re d'Aragona solo non poteva sostenere tanto peso, e il ducato di Milano, gravato eccessivamente da' svizzeri, non poteva porgere ad altri cosa alcuna. A Vicenza stava l'esercito con grandissima incomodità, per le molestie continue de' cappelletti, i quali scorrendo dí e notte tutto il paese, impedivano il condurvi le vettovaglie se non accompagnate da grossa scorta; la quale, perché avevano pochissimi cavalli leggieri, era necessario facessino gli uomini d'arme. E però, per fuggire questo tormento, Gurgense se ne andò co' fanti tedeschi a Verona, male sodisfatto del viceré; il quale seguitandolo a minori giornate si fermò ad Alberé in su l'Adice, dove soprastette qualche giorno per dare comodità a' veronesi di fare la semente e la vendemmia: non cessando però le molestie de' cappelletti, i quali in su le porte di Verona tolseno a' tedeschi i buoi che conducevano l'artiglieria.
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