E già gli spagnuoli, sentito il movimento che si faceva, accelerando il camminare erano pervenuti a Cittadella, la quale non avendo potuto occupare perché vi erano entrati molti soldati, alloggiorno di sotto a Cittadella appresso alla Brenta, per passare alla villa Conticella, nel qual luogo si poteva guadare. Ma gli ritenne da tentare di passare l'opposizione dell'Alviano, il quale si era posto dall'altra parte con le genti ordinate negli squadroni e con l'artiglierie distese in su la riva del fiume, provedendo sollecitamente non solo a quel luogo ma a piú altri, donde, se non avessino avuto resistenza, sarebbe stato facile il passare. Ma il viceré, continuando nelle dimostrazioni di volere passare dalla parte di sotto, alla quale l'Alviano avea voltate tutte le forze sue, passò la notte seguente senza ostacolo al passo detto di Nuovacroce, tre miglia sopra a Cittadella, donde si indirizzorno con celerità grande verso Vicenza; ma l'Alviano, volendo opporsi al passo del fiume del Bacchiglione gli prevenne. Unironsi seco appresso a Vicenza dugento cinquanta uomini d'arme e dumila fanti venuti da Trevigi sotto Giampaolo Baglione e Andrea Gritti; ed era il consiglio de' capitani viniziani non combattere a bandiere spiegate in luogo aperto con gli inimici, i quali venivano verso Vicenza, ma guardando i passi forti e i luoghi opportuni impedire loro il camminare, a qualunque parte si volgessino. A questo effetto aveano mandato Giampaolo Manfrone, con quattromila comandati, a Montecchio; a Barberano per impedire la via de' monti, cinquecento cavalli con molti altri paesani; e fatto occupare da' villani tutti i passi che andavano nella Magna, fortificatigli con fosse con tagliate con sassi e con alberi attraversati per le strade.
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