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      Queste difficoltà furono in qualche parte cagione di farlo consentire alla concordia delle cose spirituali col pontefice, della quale l'articolo principale era la estirpazione totale del concilio pisano; la quale, trattata molti mesi, aveva varie difficoltà e specialmente per le cose fatte o con l'autorità di quello concilio o contro alla autorità del pontefice, le quali approvare pareva indegnissimo della sedia apostolica, il ritrattarle non era dubbio che partorirebbe gravissima confusione: però erano stati deputati tre cardinali a pensare i modi di provedere a questo disordine; e faceva qualche difficoltà il non parere conveniente concedere al re l'assoluzione dalle censure se non la dimandasse, e da altro canto il re negava volerla dimandare per non notare per scismatici la persona sua e la corona di Francia. Finalmente il re, stracco da questa molestia e tormentato dalla volontà di tutti i popoli del suo regno, i quali ardentemente desideravano il riunirsi con la Chiesa romana, mosso ancora molto dalla instanza della reina, la quale sempre era stata alienissima da queste controversie, deliberò cedere alla volontà del pontefice; neanche senza qualche speranza che, levato via questa differenza, il pontefice avesse, secondo la intenzione che artificiosamente gli aveva data, a non si mostrare alieno dalle cose sue: benché alle querele antiche fusse aggiunta nuova querela, perché il pontefice aveva per uno breve comandato al re di Scozia che non molestasse il re d'Inghilterra.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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