Essere migliore consiglio moderare in qualche parte l'accordo di Digiuno, offerendosi massime dal re maggiori pagamenti e promissione di fare tregua per tre anni con lo stato di Milano, pure che non fusse astretto alla cessione delle ragioni; la quale essendo di maggiore momento in dimostrazione che in effetto (perché, quando al re ritornasse l'opportunità di recuperarlo, l'avere ceduto non gli farebbe altro impedimento che volesse egli medesimo), non doversi per questa difficoltà ridurre le cose in tanto pericolo. Da altra parte con efficaci ragioni confortava il re di Francia a volere piú presto, per minore male, ratificare l'accordo fatto a Digiuno che tornare in pericolo di avere, la state prossima, tanti inimici nel suo regno. Essere ufficio di principe savio, per fuggire il male maggiore abbracciare per utile e per buona la elezione del male minore; né si dovere per liberarsi da uno pericolo e uno disordine incorrere in un altro piú importante e di piú infamia: perché, che onore gli sarebbe concedere agli inimici suoi naturali, e che lo avevano perseguitato con tante fraudi, il ducato di Milano con sí manifesta nota di viltà? che riposo che sicurtà, diminuita tanto la sua riputazione, avere accresciuto la potenza di quegli che non pensavano ad altro che ad annichilare il reame di Francia? da' quali conosceva egli medesimo che nessuna promessa nessuna fede nessuno giuramento poteva assicurarlo, come con gravissimo suo danno gli dimostrava l'esperienza del tempo passato.
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