Pagina (1202/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Essere cosa dura il cedere quelle ragioni, ma di minore pericolo e di minore infamia, perché una semplice scrittura non faceva piú potenti i suoi avversari; ed essendo stata fatta questa promessa senza consentimento suo dai suoi ministri, non si potere dire che da principio fusse stata sua deliberazione, ma essere piú scusato a eseguirla quasi come necessitato dalla promessa fatta e da qualche osservanza della fede; e sapersi pure per tutto il mondo da quanto pericolo avesse quello accordo liberato allora il reame di Francia. Lodare che con altri partiti cercasse di indurre i svizzeri alla sua intenzione; ed egli, desideroso che per sicurtà del regno suo seguitasse in qualunque modo la concordia tra lui e loro, non mancare di fare con ogni studio tutti gli offici perché i svizzeri si disponessino alla sua volontà; ma quando pure stessino pertinaci, esortare paternamente lui a piegarsi, e a obbedire a' tempi e alla necessità; e per tutti gli altri rispetti, e per non levare la scusa a lui di discostarsi dalla congiunzione degli inimici.
      Conosceva il re essere vere queste ragioni, benché si lamentasse che il pontefice avesse mescolato tacitamente le minaccie con le persuasioni, e confessava essere necessitato a fare qualche deliberazione che gli diminuisse il numero degli inimici; ma aveva fisso nell'animo sottoporsi piú tosto a tutti i pericoli che cedere le ragioni del ducato di Milano; confortandolo a questo medesimo il suo consiglio e tutta la corte, a quali benché fusse molestissimo che il re facesse piú guerra in Italia, nondimeno, avendo rispetto alla degnità della corona di Francia, era molto piú molesto che e' fusse cosí ignominiosamente sforzato a cederle.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Francia Milano Italia Francia