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      Simile pertinacia era nelle diete de' svizzeri; a' quali benché il re offerisse di pagare di presente quattrocentomila ducati, e poi in vari tempi ottocentomila, e che il cardinale sedunense e molti de' principali, considerando il pericolo imminente se il re di Francia si congiugnesse con Cesare e col re cattolico, fussino inclinati ad accettare queste condizioni, nondimeno la moltitudine, inimicissima del nome franzese, e che superba per tante vittorie si confidava di difendere contro a tutti gli altri príncipi uniti insieme il ducato di Milano, e appresso alla quale era già molto diminuita l'autorità di Sedunense, e sospetti gli altri capi per le pensioni solevano ricevere dal re di Francia, insisteva ostinatissimamente nella ratificazione dell'accordo di Digiuno; anzi, concitata da grandissima temerità, trattava di entrare di nuovo in Borgogna: benché, opponendosi a questo Sedunense e gli altri capi, non con manifesta autorità ma con vari artifici e modi indiretti, traportavano di dieta in dieta questa deliberazione.
      Però il re di Francia, non essendo né offeso né assicurato da loro, non cessava di continuare la pratica del parentado col re cattolico; nella quale, come altra volta, era la principale difficoltà se in potestà del padre o del suocero doveva stare [la sposa] insino al tempo abile alla consumazione del matrimonio, perché ritenendola il padre nessuna sicurtà dello effetto pareva avere a Cesare: e il re, insino che gli restava qualche speranza che la fama di questo maneggio, la quale egli studiosamente divulgava, potesse per lo interesse proprio mitigare in beneficio suo gli animi degli altri, nutriva volentieri le difficoltà che vi nascevano.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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