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      Dette questa compra sospetto non mediocre al re di Francia, parendogli segno di congiunzione grande con Cesare ed essendogli molesto che gli desse denari; benché il pontefice si scusava, Cesare avergliene concessa per denari che prima aveva avuti: e accrebbe il sospetto che, per avere ottenuto il principe de' turchi una vittoria grande contro al Sophí re della Persia, il pontefice, come per cosa pericolosa a' cristiani scrisse lettere a tutti i príncipi, confortandogli a posare l'armi tra loro per attendere a resistere o ad assaltare gl'inimici della fede. Ma quello che quasi in tutto scoperse a lui l'animo suo fu che egli mandò, sotto il medesimo pretesto, Pietro Bembo suo secretario, che fu poi cardinale a Vinegia, per disporgli allo accordo con Cesare: nel quale essendo le medesime difficoltà che per il passato, non l'avevano voluto accettare; anzi manifestorono al re di Francia la cagione della sua venuta. Donde il re, dispiacendogli che in tempo tanto propinquo a muovere l'armi cercasse di privarlo degli aiuti de' suoi confederati, rinnovò le pratiche passate col re cattolico, o perché questo terrore movesse il pontefice avergliene concessa per denari che prima aveva avuti: e accrebbe il sospetto che, per avere ottenuto il principe de' turchi una vittoria grande contro al Sophí re della Persia, il pontefice, come per cosa pericolosa a' cristiani scrisse lettere a tutti i príncipi, confortandogli a posare l'armi tra loro per attendere a resistere o ad assaltare gl'inimici della fede.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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