Aveva il Triulzo significato dovere essere grandissima la difficoltà del passarle, ma con l'esperienza riuscí molto maggiore. Perché prima era necessario salire in su monti altissimi e asprissimi, ne' quali si saliva con grandissima difficoltà perché non vi erano sentieri fatti, né talvolta larghezza capace dell'artiglierie se non quanto di palmo in palmo facilitavano i guastatori; de' quali precedeva copia grandissima, attendendo ora ad allargare la strettezza de' passi ora a spianare le eminenze che impedivano. Dalla sommità de' monti si scendeva, per precipizi molto prerutti e non che altro spaventosissimi a guardargli, nelle valli profondissime del fiume dell'Argentiera; per i quali non potendo sostenerle i cavalli che le tiravono, de' quali vi era numero abbondantissimo, né le spalle de' soldati che l'accompagnavano, i quali in tante difficoltà si mettevano a ogni fatica, era spesso necessario che appiccate a canapi grossissimi fussino, per le troclee, trapassate con le mani de' fanti: né passati i primi monti e le prime valli cessava la fatica, perché a quegli succedevano altri monti e altre vallate, i quali si passavano con le medesime difficoltà. Finalmente, in spazio di cinque dí, l'artiglierie si condussono in luoghi aperti del marchesato di Saluzzo di qua da' monti; passate con tante difficoltà che è certissimo che, se o avessino avuta resistenza alcuna o se i monti fussino stati, come la maggiore parte sogliono essere, coperti dalla neve, sarebbe stata fatica vana; ma dalla opposizione degli uomini gli liberò che, non avendo mai pensato alcuno potersi l'artiglierie condurre per monti tanto aspri, i svizzeri fermatisi a Susa erano intenti a guardare i luoghi per i quali viene chi passa il Monsanese, il Monginevra o per monti propinqui a quegli; e la stagione dell'anno, essendo circa il decimo dí di agosto, aveva rimosso lo impedimento delle nevi già liquefatte.
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