Passavano ne' dí medesimi, non senza molta difficoltà, le genti d'arme e le fanterie; alcuni per il medesimo cammino, altri per il passo che si dice della Dragoniera, altri per i gioghi alti della Rocca Perotta e di Cuni, passi piú verso la Provenza. Per la quale via passato la Palissa, ebbe occasione di fare un fatto memorabile. Perché partito da Singlare con quattro squadre di cavalli, e fatta, guidandolo i paesani, una lunghissima cavalcata, sopragiunse improviso a Villafranca, terra distante sette miglia da Saluzzo, e di nome piú chiaro che non ricerca la qualità della terra perché appresso a quella nasce il fiume tanto famoso del Po. Alloggiava in quella con la compagnia sua Prospero Colonna, senza alcuno sospetto per la lunga distanza degli inimici, ne' quali non temeva quella celerità che esso, di natura molto lento, non era solito a usare: e dicono alcuni che il dí medesimo voleva andare a unirsi co' svizzeri. Ma, come si sia, certo è che stava alla mensa desinando, quando sopragiunsono le genti del la Palissa, non sentite, insino furno alla casa medesima, da alcuno; perché gli uomini della terra co' quali la Palissa, intento a tanta preda, si era prima occultamente inteso, aveano tacitamente prese le scolte. Cosí, il quintodecimo dí di agosto, rimase prigione, non come si conveniva all'antica gloria, Prospero Colonna, tanto chiaro capitano e, per l'autorità sua e per il credito che aveva nel ducato di Milano, di momento grande in quella guerra. Fu preso, insieme con Prospero, Pietro Margano romano e una parte della compagnia sua: gli altri al primo romore dispersi in varie parti fuggirono.
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