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      Non è certo, anzi per molte difficoltà pare impossibile, che il viceré e le genti dellaChiesa si unischino con noi: però, a che proposito aspettargli? Né è necessaria la loro venuta, anzi ci debbe essere grato questo impedimento, perché la gloria sarà tutta nostra, saranno tutte nostre tante spoglie tante ricchezze che sono nello esercito inimico. Non volle Mottino che la gloria si comunicasse, non che a altri, a' nostri medesimi; e noi saremo sí vili, sí disprezzatori della nostra ferocia che, quando bene potessino venire a unirsi, volessimo aspettare di comunicare tanta laude tanto onore co' forestieri? Non ricerca la fama de' svizzeri, non ricerca lo stato delle cose che si usi piú dilazione o si facci piú consigli. Ora è necessario uscire fuora, ora ora è necessario di andare ad assaltare gli inimici. Hanno a consultare i timidi, che pensano non a opporsi a' pericoli ma a fuggirgli, ma a gente feroce e bellicosa come la vostra appartiene presentarsi allo inimico subito che si è avuto vista di lui. Però, con l'aiuto di Dio che con giusto odio perseguita la superbia de' franzesi, pigliate con la consueta animosità le vostre picche, date ne' vostri tamburi; andianne subito senza interporre una ora di tempo, andiamo a straccare l'armi nostre, a saziare il nostro odio col sangue di coloro che per la superbia loro vogliono vessare ognuno ma per la loro viltà restano sempre in preda di ciascuno.-
      Incitati da questo parlare, prese subito furiosamente le loro armi, e come furono fuora della porta Romana messisi co' loro squadroni in ordinanza, ancor che non restasse molto del giorno, si avviano verso l'esercito franzese, con tanta allegrezza e con tanti gridi che chi non avesse saputo altro arebbe tenuto per certo che avessino conseguito qualche grandissima vittoria; i capitani stimolavano i soldati a camminare, i soldati gli ricordavano che a qualunque ora si accostassino allo alloggiamento degli inimici dessino subito il segno della battaglia; volere coprire il campo di corpi morti, volere quel giorno spegnere il nome de' fanti tedeschi, e di quegli massime che, pronosticandosi la morte, portavano per segno le bande nere.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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