Passò pur poi Lautrech, stimolato con gravissime querele da' viniziani, l'Adice per il ponte gittato a Usolingo, e fatta per il paese grandissima preda, perché non si era mai creduto che l'esercito passasse da quella parte, si accostò a Verona per porvi il campo; avendo in questo mezzo, con l'aiuto degli uomini del paese, occupata la Chiusa, per fare piú difficile il passare al soccorso che venisse di Germania. Ma il medesimo dí che si accostò a Verona, i fanti tedeschi, o spontaneamente o subornati da lui tacitamente, ancora che sostentati già tre mesi colle pecunie de' viniziani, protestorno non volere, ove non era l'interesse principale del re di Francia, andare all'espugnazione di una terra posseduta da Cesare. Però Lautrech, ripassato l'Adice, si allontanò uno miglio dalle mura di Verona; e l'esercito veneto, nel quale erano cinquecento uomini d'arme cinquecento cavalli leggieri e quattromila fanti, non gli parendo stare sicuro di là dal fiume, andò a unirsi con lui.
Nel qual tempo i deputati de' due re convennero, il quintodecimo dí di agosto, a Noion, in questa sentenza: che tra il re di Francia e il re di Spagna fusse pace perpetua e confederazione, per difensione degli stati loro contro a ciascuno: che il re di Francia desse la figliuola, che era di età di uno anno, in matrimonio al re cattolico, dandogli per dote le ragioni che pretendeva appartenersegli al regno di Napoli, secondo la partigione già fatta da' loro antecessori, ma con patto che insino che la figliuola non fusse di età abile al matrimonio pagasse il re cattolico, per sostentazione delle spese di lei, al re di Francia, ciascuno anno, centomila scudi; la quale se moriva innanzi al matrimonio e al re ne nascesse alcuna altra, quella con le medesime condizioni si desse al re cattolico; e in caso non ve ne fusse alcuna, Renea, quella che era stata promessa nella capitolazione fatta a Parigi; e morendo qualunque di esse nel matrimonio senza figliuoli, ritornasse quella parte del regno di Napoli al re di Francia: che il re cattolico restituisse al re antico il reame di Navarra fra certo tempo, e non lo restituendo fusse lecito al re di Francia aiutargliene recuperare, ma, secondo che poi affermavano gli spagnuoli, se prima quel re gli faceva constare delle sue ragioni: avesse Cesare facoltà di entrare in termine di due mesi nella pace, ma quando bene vi entrasse fusse lecito al re di Francia di aiutare i viniziani alla recuperazione di Verona; la quale città se Cesare metteva in mano del re cattolico, con facoltà di darla infra sei settimane libera al re di Francia che ne potesse disporre ad arbitrio suo, gli avessino a essere pagati da lui centomila scudi, e centomila altri, parte nell'atto della consegnazione, parte fra sei mesi, da' viniziani, e liberato di circa trecentomila avuti dal re Luigi quando erano confederati; e che in tal caso fusse tregua per diciotto mesi tra Cesare e i viniziani, e che a Cesare rimanesse Riva di Trento e Rovereto con tutto quello che allora nel Friuli possedeva, e i viniziani continuassero di tenere le castella che allora tenevano di Cesare insino a tanto che il re di Francia e il re di Spagna terminassero tra loro le differenze de' confini.
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