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      Nominò l'una parte e l'altra il pontefice.
      Per la concordia fatta a Noion non cessorno i viniziani di stimolare Lautrech che si ponesse il campo a Verona, perché erano incerti se Cesare accetterebbe la pace e perché, per la quantità de' danari che gli arebbono a pagare, desideravano il recuperarla piú presto con l'armi. Da altra parte al re di Francia, per lo stabilimento della pace con Cesare, era piú grata la concordia che la forza; e nondimeno Lautrech, non gli rimanendo piú scusa alcuna, perché i viniziani aveano copiosamente soldati fanti e fatto tutti i provedimenti dimandati da lui, né i lanzchenech ricusavano piú di andarvi insieme con gli altri, consentí alla volontà loro. Però gli eserciti passorono separatamente il fiume dello Adice, l'uno per uno ponte gittato di sopra alla città l'altro per uno ponte gittato di sotto. Dell'artiglierie dell'esercito franzese, posto alla Tomba, una parte si pose alla porta di Santa Lucia l'altra co' fanti tedeschi alla porta di San Massimo per battere poi tutti ove il muro tra la cittadella e la città si viene a congiugnere col muro della terra; acciò che, potendo in uno tempo medesimo entrare nella cittadella e nella città, quegli di dentro avessino necessità di dividersi, per rispetto del muro di mezzo, in due parti. Passò l'esercito viniziano di sotto a Verona in Campo Marzio, e si pose a Santo Michele tra 'l fiume e il canale, per levare quivi le offese e battere alla porta del Vescovo, parte piú debole e manco munita. Levoronsi ne' primi due dí con l'artiglierie l'offese, che erano assai forti e per fianco; ma con maggiore difficoltà si levorono, dal canto de' viniziani, l'offese de' tre bastioni: le quali levate, cominciò ciascuna delle parti a battere la muraglia con diciotto pezzi grossi di artiglieria e quindici pezzi mezzani per batteria, e il terzo dí erano da ciascuno degli eserciti gittate in terra settanta braccia di muraglia e si continuava di battere per farsi molto piú larga la strada; e nondimeno i viniziani, dalla parte de' quali era la muraglia piú debole, ancora che avessino abbattuti quasi tutti i bastioni e ripari, non avevano mai levato interamente le offese di dentro per fianco, perché erano tanto basse, e quasi nel fosso, che l'artiglierie o passavano di sopra o innanzi vi arrivassino battevano in terra.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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