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      Lib.13, cap.2
     
      Lamentele del pontefice coi príncipi e richieste di aiuti. Risposte diverse dei príncipi al pontefice, e nuova convenzione di questo col re di Francia. Patti stabiliti nella convenzione.
     
      Conciossiaché, nel principio di questo movimento, procurando di aiutarsi eziandio con l'autorità pontificale, avesse istantemente dimandato aiuto da tutti i príncipi, querelandosi con gli oratori loro che erano in Roma e, per brevi apostolici e per messi, co' príncipi medesimi. Ma [non] con tutti nel modo medesimo: perché significando a Cesare e al re di Spagna la cospirazione fatta da Francesco Maria dalla Rovere e da' fanti spagnuoli, nel campo del re di Francia e in su gli occhi del suo luogotenente, inserí ne' brevi tali parole che si poteva comprendere avere non piccola dubitazione che queste cose fussino state ordinate con saputa di quel re; ma col re cristianissimo, dimostrando qualche sospetto di Lautrech, non passorno piú oltre le sue querele.
      Fu questa cosa da' príncipi predetti accettata diversamente. Perché Cesare e il nipote intesono molto lietamente che il pontefice riputasse questa ingiuria dal re di Francia; conciossiaché Cesare, alienandosi già, per l'odio antico e per la sua incostanza, dal re di Francia, si era confederato di nuovo col re di Inghilterra, e convenuto col nipote appresso ad Anversa l'aveva confortato a non si abboccare col re di Francia, il che finalmente fu intermesso con consentimento dell'uno e dell'altro re; e nel re di Spagna non bastava a cancellare l'emulazione e il sospetto la confederazione fatta con lui.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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