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      Contenne la confederazione obligazione reciproca tra 'l pontefice e il re a difesa degli stati loro con certo numero di gente, e di dodicimila ducati per ciascuno mese: che tra il re di Francia e i fiorentini, co' quali si congiugneva l'autorità di Lorenzo de' Medici con inclusione del ducato di Urbino, fusse la medesima obligazione, ma con minore numero di genti, e di seimila ducati per ciascuno mese: fusse tenuto il re ad aiutare il pontefice quando volesse procedere contro a' sudditi e feudatari della Chiesa. Al re fu conceduta la nominazione de' benefici e la decima, secondo le promesse fatte a Bologna, con patto che si deponessino i danari per spendergli contro a' turchi (concedevasi sotto l'onestà di questo colore la decima) ma con tacita speranza data al re che, fatto il diposito di tutta la quantità, licenziata per un altro breve la condizione apposta, si convertissino liberamente in uso del re. Promesse il pontefice al re, per uno breve separato, di non lo richiedere mai di aiuto contro al duca di Ferrara, anzi essere contento che il re lo ricevesse nella sua protezione. Lunga altercazione fu sopra la restituzione di Reggio, Modona e Rubiera, dimandata con somma instanza dal re secondo le promesse ricevute a Bologna, né dal pontefice dinegata ma riservata ad altro tempo, allegando essergli molto indegno, e quasi confessione di ultima necessità, il restituirle quando era oppressato dalla guerra; e il re facendo instanza ch'elle si restituissino di presente. All'ultimo, dimostrandosi grande, se piú volesse strignerlo, l'alterazione del pontefice, ed essendo al re inimico il re di Inghilterra, sospetti Cesare il re di Spagna e i svizzeri, accettò che il pontefice, per uno breve il quale fusse consegnato a lui, promettesse di restituire al duca di Ferrara Modena, Reggio e Rubiera infra sette mesi prossimi: avendo il pontefice nell'animo, se prima cessavano i suoi pericoli, non fare maggiore stimazione del breve che delle parole dette in Bologna; e al re, poi che senza pericolo di grandissima indegnazione non poteva piú ottenere, parendo pure di qualche momento che le promesse e la fede apparissino per iscrittura.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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