Pagina (1328/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Cosí, lasciato quel passo forte, Renzo si voltò verso il monte, e gli spagnuoli, come ebbono occupato quel passo, salutati con gli archibusi i tedeschi a' quali erano piú propinqui, significorno con allegrissimo grido di conoscere di essere di manifesto pericolo ridotti alla salute quasi certa. Cosí, o per imprudenza o per viltà (se già la malignità non vi ebbe parte), perdé Lorenzo quello dí, a giudicio di tutti, l'occasione della vittoria. Alloggiò la notte l'esercito suo a uno castello vicino detto Saltara; ma l'esercito di Francesco Maria, continuando con grandissima celerità il cammino insino a non piccola parte della notte, si condusse all'alloggiamento di Montebaroccio, prevenendo duemila fanti mandativi da Lorenzo per occuparlo: il quale andò, il dí seguente, ad alloggiare due miglia piú alto da Saltara verso il monte, luogo volto verso Montebaroccio, ma piú basso e dalla parte del mare. Stettono in questi luoghi amendue gli eserciti, vicini circa a uno miglio; ma con incomodità maggiore quello di Lorenzo, il quale pativa spesso di vettovaglie: perché, portandosi da Pesero a Fano per mare, bisognava, quando i venti contrari impedivano la navicazione, condurle per terra, e a questo davano molti impedimenti i cavalli leggieri di Francesco Maria; i quali avvertiti da' paesani di ogni andamento, benché minimo, degli inimici correvano continuamente per tutto.
      Nel qual tempo mandò Francesco Maria uno trombetto a mostrare a' fanti guasconi certe lettere trovate nelle scritture de' secretari di Lorenzo, le quali, il dí che e' si partí dal castello di Saltara, erano state insieme con una parte de' suoi carriaggi tolte da' cavalli degli inimici; per le quali lettere si comprendeva che il pontefice, infastidito delle disoneste taglie de' guasconi, a' quali era stato necessario accrescere ciascuno mese immoderatissimamente i pagamenti, desiderava si facesse ogni opera per indurgli a tornarsene di là da' monti: per le quali lettere era pericolo che il dí medesimo non facessino qualche tumulto se Carbone guascone loro capitano e Lorenzo de' Medici, ingegnandosi di persuadere essere lettere finte e inganni degli inimici, non gli avessino raffrenati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Renzo Lorenzo Saltara Francesco Maria Montebaroccio Lorenzo Saltara Montebaroccio Lorenzo Pesero Fano Francesco Maria Francesco Maria Lorenzo Saltara Carbone Lorenzo Medici