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      Andò dipoi a campo alla Pergola, dove il secondo dí si uní coll'esercito il conte di Potenza, con quattrocento lancie spagnuole mandate dal re di Spagna in aiuto del pontefice. Non era nella Pergola soldato alcuno, ma solamente uno capitano spagnuolo e molti uomini del paese, i quali impauriti cominciorono a trattare di arrendersi; ma mentre che si trattava essendo stato ferito nel volto il capitano che stava in sul muro, voltatisi i soldati, senza ordine alcuno e senza comandamento de' capitani, alla muraglia, preseno per forza la terra. Dalla Pergola si disegnava di andare a campo a Cagli; ma essendo venuto avviso che Francesco Maria, intesa la perdita di Fossombrone, ritornava con celerità grande in quello stato, deliberorono di ritirarsi. Però la notte medesima che il legato ebbe questa notizia si levorono dalla Pergola, e venuti a Montelione e già cominciato a farvi lo alloggiamento per stare quivi la notte, avuti avvisi nuovi che la prestezza degli inimici riusciva maggiore di quello che si erano persuasi, e che mandava innanzi mille cavalli con un fante in groppa per uno, acciò che, costrignendogli a camminare piú lentamente, avesse tempo l'esercito a sopragiugnergli, andorono sette miglia piú innanzi, a uno luogo detto il Bosco; donde partiti la mattina seguente innanzi al giorno, si ridussono la sera a Fano; avendo già quasi alla coda i cavalli degli inimici, venuti con tanta prestezza che se solamente quattro ore fusse stata piú tarda la ritirata non sarebbe stato senza difficoltà il fuggire la necessità del combattere.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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