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      A' quali princípi, succeduta, per la perduta loro riputazione, la confusione e la disubbidienza dello esercito, si aggiunse nel progresso della guerra il mancamento in campo di molte provisioni; e in ultimo, avendo la fortuna voluto pigliare piacere de' loro errori, moltiplicorono per opera di quella tanti disordini che si condusse la guerra in luogo che il pontefice, scopertesegli insidie alla vita, travagliato nel dominio della Chiesa, temendo qualche volta e non poco dello stato di Firenze, necessitato a ricercare con prieghi e con nuove obligazioni gli aiuti di ciascuno, non potette anche liberarsi da tanti affanni se non pagando col suo proprio quelle genti dello esercito inimico o che erano state origine della guerra o che condotte a' soldi suoi, dopo avergli fatto molte estorsioni, si erano bruttamente rivoltate contro a lui.
      In questo anno medesimo, e quasi alla fine, il re di Spagna andň, con felice navigazione, a pigliare la possessione de' regni suoi; avendo ottenuto dal re di Francia (tra l'uno e l'altro de' quali, palliando la disposizione intrinseca, erano dimostrazioni molto amichevoli) che gli prorogasse per sei mesi il pagamento de' primi centomila ducati che era tenuto a dargli per l'ultimo accordo fatto tra loro: e i viniziani riconfermorono per due anni la lega difensiva, che avevano col re di Francia, col quale stando congiuntissimi tenevano poco conto dell'amicizia di tutti gli altri; in tanto che ancora non avevano mai mandato a dare l'ubbidienza al pontefice.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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