Anzi il re di Francia, molto laudabilmente, parlando sopra questa elezione con gli imbasciadori del re di Spagna, disse essere commendabile che ciascuno di loro cercasse onestamente di ornarsi dello splendore di tanta degnità, la quale in diversi tempi era stata nelle case delle persone e degli antecessori loro; ma non per questo doverselo l'uno di loro ripigliare dall'altro per ingiuria, né diminuirsi per questo la benivolenza e congiunzione, anzi dovere seguitare lo esempio che qualche volta si vede di due giovani amanti che, benché amino una dama medesima e si sforzi ciascuno di loro, con ogni arte e industria possibile, di ottenerla, non per questo vengono tra loro a contenzione.
Pareva al re di Spagna appartenersegli lo imperio debitamente per essere continuato molti anni nella casa di Austria, né essere stato costume degli elettori privarne i discendenti del morto senza evidente cagione della inabilità loro. Non era alcuno in Germania di tanta autorità e potenza che avesse a competere seco in questa elezione, né gli pareva giusto o verisimile che gli elettori avessino a trasferire in uno principe forestiero tanta degnità continuata già molti secoli nella nazione germanica; e quando alcuno, corrotto con danari o per altra cagione, fusse di intenzione diversa, sperava e di spaventargli con le armi preparate in tempo opportuno e che gli altri elettori se gli opporrebbono, e almanco che tutti gli altri príncipi e l'altre terre franche di Germania non tollererebbono tanta infamia e ignominia di tutti, e massime trattandosi di trasferirla nella persona d'uno re di Francia, con accrescere la potenza d'uno re inimico alla loro nazione e donde si poteva tenere per certo che quella degnità non ritornerebbe mai in Germania.
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