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      ra anche re di Ungheria, aveva promesso a Carlo il voto suo.
      Depresse questa elezione molto l'animo del re di Francia e di quegli che in Italia dependevano da lui, e per contrario inanimí molto chi aveva speranze o pensieri contrari, vedendo congiunta tanta potenza in uno principe solo, giovane, e al quale si sentiva per molti vaticini essere promesso grandissimo imperio e stupenda felicità; e se bene non fusse copioso di danari quanto era il re di Francia, nondimeno era tenuto di grandissima importanza il potere empiere gli eserciti suoi di fanteria tedesca e spagnuola, fanteria di molta estimazione e valore: cosa che per il contrario accadeva al re di Francia, perché non avendo nel regno suo fanti da opporre a questi non poteva implicarsi in guerre potenti, se non cavando, con grandissima spesa e qualche volta con grandissima difficoltà, fanteria di paesi forestieri; la quale cosa lo necessitava a intrattenere con grande spesa e diligenza i svizzeri, tollerare da loro molte ingiurie, e nondimeno non essere mai totalmente sicuro né della loro costanza né della loro fede. Né si dubitava che tra' due príncipi, giovani, e tra' quali erano molte cause di emulazione e di contenzione, avesse finalmente a nascere gravissima guerra. Perché nel re dí Francia risedeva il desiderio di recuperare il regno di Napoli, pretendendo avervi giusto titolo: eragli a cuore la reintegrazione del re don Giovanni al regno di Navarra, della quale comprendeva oramai essergli state date vane speranze: molesto era a Cesare il pagamento de' centomila ducati promessi nello accordo di Noion; e gli pareva che il re, sprezzato l'accordo prima fatto a Parigi, usando immoderatamente la occasione dello essere egli necessitato a passare in Spagna, l'avesse quasi per forza costretto a fare concordia nuova: era sempre fresca tra loro la causa del duca di Ghelleri, la quale sola, per averne il re di Francia la protezione, e lo stato di Fiandra riputarlo inimicissimo, poteva essere bastante a eccitargli all'armi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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