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      Da altra parte era stato trattato, per Francesco Sforza e per Ieronimo Morone che era a Trento appresso a lui, con molti de' principali de' fuorusciti, che in Parma in Piacenza e in Cremona fussino assaltate allo improviso le genti franzesi che vi erano alloggiate, e il medesimo si facesse in Milano; e che Manfredi Palavicino e il Matto di Brinzi, capo di parte in quelle montagne, conducendo fanti tedeschi per il lago di Como, assaltassino quella città, dove affermavano avere secreta intelligenza; e che succedendo queste cose o alcuna delle piú importanti, i fuorusciti di Milano, che erano molti gentiluomini (i quali si avevano occultamente a trasferire a Reggio, dove il dí destinato doveva essere Ieronimo Morone), si movessino per entrare nello stato; facendo con piú prestezza si poteva tremila fanti: al quale effetto il pontefice mandò a Francesco Guicciardini, governatore già molti anni di Modena e di Reggio, diecimila ducati, con commissione che gli desse al Morone per fare secretamente fanti che fussino preparati al successo di queste cose; alle quali il Guicciardino prestasse favore ma occultamente, e in maniera tale che dalle azioni de' ministri non potesse il re di Francia o querelarsi o fare sinistra interpretazione del pontefice. Ma non fu felice l'evento d'alcuna di queste cose. L'armata andata a Genova, di sette galee sottili quattro brigantini e alcune navi, si presentò invano al porto, perché il doge Fregoso, presentendo la loro venuta, aveva opportunamente proveduta la terra; però non sentendo muoversi cosa alcuna si ritirorno nella riviera di levante.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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