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      Venne di poi, il dí che aveva promesso di accostarsi agli inimici, a Zibello, castello vicino a Parma meno di venti miglia, onde mandò quattrocento cavalli a correre insino in su gli alloggiamenti degli inimici: l'opere de' quali essendo condotte insino alla muraglia, e dipoi voltate al luogo nel quale si avea a dare il fuoco, il conte Guido Rangone co' fanti italiani, de' quali era capitano generale, cominciò a piantare l'artiglierie dall'altra parte della muraglia. Ma i franzesi, sentito lo strepito che si faceva nel maneggiarle, abbandonato due ore innanzi dí il Codiponte, si ritirorno ordinatamente e senza tumulto insieme con le loro artiglierie di là dal fiume. La qual cosa conosciuta in sul fare del dí la mattina da quegli di fuora, entrorno dentro, parte per le aperture del muro parte per le scale; ricevuti da' parmigiani, desiderosissimi di ritornare sotto il dominio ecclesiastico, con somma letizia: la quale presto si convertí in amaro pianto perché non altrimenti che di inimici furno saccheggiate le case loro. Né si dubitò che, se qualche dí prima si fussino piantate l'artiglierie nel luogo medesimo, arebbono i franzesi, nel modo medesimo, abbandonato il Codiponte. Dettesi poi opera ad aprire e rompere le porte, le quali erano atterrate, per le quali condotta l'artiglieria alla sponda del fiume si cominciò a battere il muro che fa sponda dall'altra parte; ma essendo già sí tarda l'ora del dí che si conosceva non potersi, insino al prossimo dí, fare cosa di momento.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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