Queste difficoltà si fuggivano trasferendo la guerra di là dal Po: perché in quel paese, abbondante per sua natura e che non avea sentiti i danni della guerra, confidavano trovare vettovaglie copiosamente, e non dovere avere ostacolo alcuno insino al fiume della Adda, perché lasciando Cremona a mano sinistra e accostandosi all'Oglio non vi erano terre da resistere; e persuadendosi che il senato viniziano non volesse sottoporre le genti sue, per gli interessi d'altri, alla fortuna di una battaglia, credevano che i franzesi non ardirebbono opporsi se non al transito dell'Adda. Anzi era speranza di molti che, approssimandosi l'esercito a' confini de' viniziani, essi per sicurtà delle cose proprie richiamerebbono la maggiore parte degli aiuti dati al re. E oltre a tutte queste cose, quel che si stimava molto, il passare di là dal Po era opportunissimo a unirsi co' svizzeri.
Ma mentre che si preparano molte cose necessarie a questa nuova deliberazione, di artiglierie di munizioni di guastatori di ponti e di vettovaglie, mentre che in Toscana e in Romagna si soldano i fanti italiani, il conte Guido Rangone, per comandamento del pontefice, con una parte de' fanti che erano già soldati e con le genti che erano appresso a sé, si mosse contro alla montagna di Modena: la quale montagna, né mentre che Modena era stata sotto Cesare né poi quando era stata dominata dalla Chiesa, aveva riconosciuto altro signore che il duca di Ferrara. Ma intesa questa mossa dagli uomini del paese, e che nel tempo medesimo si moveano molti fanti comandati di Toscana, senza aspettare di essere assaltati, chiamorno il nome della Chiesa.
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