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      Raccoglievansi i fanti, secondo che passavano, in uno rilevato con un poco di forte che è nella terra sopradetta, aspettando venisse il soccorso ordinato da Prospero; il quale, subito che ebbe avviso del principio felice, si voltò quasi tutti i fanti dello esercito alloggiati in diverse castella della Ghiaradadda, con ordine che quegli che prima arrivassino, e poi gli altri successivamente, passassino subito il fiume in sulle medesime barchette, e in su due altre di quelle che seguitavano l'esercito, per gittare il ponte in su' fiumi: le quali la notte medesima erano state tirate per terra in sulla riva medesima. Andò ed egli e gli altri capitani, col cardinale de' Medici, incontinente al medesimo cammino, lasciato ordine a Rivolta che se i franzesi si discostavano si gittasse subito il ponte. Ma a Vauri fu per alquante ore incerto il successo della cosa. Perché se Lautrech, come prima ebbe notizia gli inimici essere passati, v'avesse voltata subito una parte dell'esercito, non è dubbio che gli opprimeva; ma poiché per piú ore fu stato sospeso di quello dovesse fare, mandò lo Scudo con [quattro]cento lancie e co' fanti franzesi e, dietro, alcuni pezzi d'artiglieria: i quali, camminando con celerità, cominciorno vigorosamente a combattere il luogo dove si erano ritirati gli inimici, nel tempo medesimo che in su l'altra riva compariva la gente che veniva al soccorso; per la speranza del quale si difendevano costantemente, ancora che lo Scudo, smontato a piede con tutti gli uomini d'arme, combattesse ferocemente nello stretto delle vie: né si dubita che se a tempo fussino arrivate l'artiglierie gli arebbono espugnati.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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