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      Ma già dall'altra ripa sollecitavano continuamente di passare, secondo che comportava la capacità delle barche, Tegane capitano de' grigioni e due bandiere di fanti spagnuoli, mosse da' conforti del cardinale de' Medici e de' capitani. Ma senza conforto di alcuno, stimolato dalla propria magnanimità e sete grandissima della gloria, passò Giovanni de' Medici, portato da uno cavallo turco, per la profondità dell'acqua notando insino all'altra ripa; dando nel tempo medesimo terrore agli inimici e conforto agli amici. Finalmente lo Scudo, ancora che nello istante medesimo arrivassino le artiglierie, disperato della vittoria, perduta una bandiera, si ritirò a Cassano: donde Lautrech ridusse tutto l'esercito a Milano. Dove arrivato, o per non perdere l'occasione di saziare l'odio prima conceputo o per mettere con l'acerbità di questo spettacolo terrore negli animi degli uomini, fece decapitare publicamente Cristofano Palavicino: spettacolo miserabile, per la nobiltà della casa e per la grandezza della persona e per la età, e per averlo messo in carcere molti mesi innanzi alla guerra.
     
      Lib.14, cap.9
     
      Gloria derivata a Prospero Colonna dal successo ottenuto. L'esercito ispano-pontificio alloggia a Marignano; di qui marcia verso Milano. Entrata in Milano; anche le altre città del ducato passano agli ispano-pontifici. Sdegno degli svizzeri perché i loro fanti hanno combattuto contro i francesi.
     
      Esaltò insino al cielo la passata dell'Adda il nome di Prospero, il quale prima, per la ritirata di Parma e per la lentezza del suo procedere, era infame a Roma e in tutto l'esercito; ma cancellandosi spesso per l'ultime cose la memoria delle prime, si celebravano popolarmente le laudi sue, che senza sangue e senza pericolo, ma totalmente con consiglio e con industria degna di peritissimo capitano, avesse furato agli inimici il passo di quel fiume; il quale Lautrech si prometteva tanto di proibirgli che, oltre a quello che ne diceva publicamente, avesse scritto al re che assolutamente lo impedirebbe.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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