Pagina (1457/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E nondimeno si credé che, poi che ebbe fuggendo raccolte le genti in sulla piazza del castello, arebbe avuta non piccola occasione di offendere gli inimici; de' quali una parte era alloggiata molto disordinatamente in Milano, un'altra restata ne' borghi col medesimo disordine, e un'altra parte alloggiata confusa e sparsa di fuora: ma impedito, dal timore e dallo errore delle tenebre, di discernere in sí breve tempo lo stato degli inimici, se ne andò la notte medesima con l'esercito a Como; dove lasciati cinquanta uomini d'arme e seicento fanti, preso il cammino per la Pieve di Inzino e passata Adda a Lecco, si ridusse in quel di Bergamo, restando il castello di Milano bene guardato e proveduto.
      Seguitorono l'esempio di Milano Lodi e Pavia; e nel tempo medesimo il vescovo di Pistoia e Vitello, che, lasciata a dietro Parma, erano andati alla volta di Piacenza, furono accettati spontaneamente da quella città; e la medesima inclinazione seguitò la città di Cremona: dove, venuta nuova non solo della mutazione di Milano ma eziandio che le genti franzesi erano state rotte, il popolo levato in armi cominciò a chiamare il nome dello imperio e del duca di Milano. La quale cosa intesa da Lautrech, che già era arrivato in bergamasco, mandò lo Scudo con parte delle genti a ricuperarla: il quale, essendo ributtato dal popolo, Lautrech, ancora che, per la facilità che vi era di soccorrerla da tanti svizzeri che erano in Piacenza, avesse piccola speranza di prospero successo, vi si indirizzò con tutte le genti; avendo, per parergli essere impotente a sostenere tante cose, ordinato che Federigo da Bozzole abbandonasse Parma.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Milano Como Pieve Inzino Adda Lecco Bergamo Milano Milano Lodi Pavia Pistoia Vitello Parma Piacenza Cremona Milano Milano Lautrech Scudo Lautrech Piacenza Federigo Bozzole Parma