Però fu disegnato che Buonavalle con trecento lancie, e Federigo e Marcantonio Colonna, l'uno con fanti soldati da' franzesi l'altro con fanti de' viniziani, in numero in tutto cinquemila, assaltassino allo improvviso quella città; dove erano settecento fanti italiani e cinquanta uomini d'arme del marchese di Mantova, il popolo bene disposto alla divozione della Chiesa ma male armato, e invilito per la memoria de' franzesi e delle acerbità usate da Federigo, e quella parte della città che era stata battuta dal campo della Chiesa, con le mura ancora per terra senza esservi stata fatta restaurazione alcuna. Aggiugnevasi la vacazione della sedia apostolica, per la quale gli animi de' popoli sogliono vacillare e i governatori attendere piú alla propria salute che alla difesa delle terre, non sapendo per chi aversi a mettere in pericolo. Con questi fondamenti adunque, mandate di notte le fanterie de' franzesi giú per il fiume del Po insino a Torricella, dove si unirono con loro le genti d'arme venute da Cremona per terra, ed essendo state condotte da Cremona molte barche, passorono la notte il Po a Torricella propinqua a Parma a dodici miglia; con ordine che Marcantonio Colonna, con le fanterie viniziane le quali erano alloggiate in su Oglio, le seguitasse: il che avendo presentito la notte medesima Francesco Guicciardini, il quale era andato da Milano per commissione del cardinale de' Medici alla custodia di Parma, convocato la notte il popolo e confortatolo alla difensione di loro medesimi, e distribuite in loro mille picche, che due dí innanzi, sospettando de' casi che potessino accadere, aveva fatto condurre da Reggio, attendeva sollecitamente a fare le provisioni necessarie per difendersi.
| |
Buonavalle Federigo Marcantonio Colonna Mantova Chiesa Federigo Chiesa Torricella Cremona Cremona Torricella Parma Marcantonio Colonna Oglio Francesco Guicciardini Milano Medici Parma Reggio
|