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      Mentre che, secondo l'uso, una mattina in conclave si fa lo scrutinio, essendo proposto Adriano cardinale di Tortosa, di nazione fiammingo ma che, stato in puerizia di Cesare maestro suo e per opera sua promosso da Lione al cardinalato, rappresentava in Spagna l'autorità sua, fu proposto, senza che alcuno avesse inclinazione di eleggerlo ma per consumare invano quella mattina. Ma cominciandosegli a scoprire qualche voto, il cardinale di San Sisto, quasi con perpetua orazione, amplificò le virtú e la dottrina sua; donde, cominciando alcuni cardinali a cedergli, seguitorono di mano in mano gli altri, piú presto con impeto che con deliberazione: in modo che, co' voti concordi di tutti, fu creato quella mattina sommo pontefice; non sapendo quegli medesimi che l'avevano eletto rendere ragione per che causa, in tanti travagli e pericoli dello stato della Chiesa, avessino eletto uno pontefice barbaro e assente per sí lungo spazio di paese, e al quale non conciliavano favore né meriti precedenti né conversazione avuta con alcuni altri cardinali, da' quali appena era conosciuto il suo nome, e che mai non aveva veduto Italia, e senza pensiero o speranza di vederla. Della quale estravaganza, non potendo con ragione alcuna escusarsi, trasferivano la colpa nello Spirito Santo, solito, secondo dicevano, a ispirare nella elezione de' pontefici i cuori de' cardinali: come se lo Spirito Santo, amatore precipuamente de' cuori e degli animi mondissimi, non si sdegnasse di entrare negli animi pieni di ambizione e di incredibile cupidità, e sottoposti quasi tutti a delicatissimi, per non dire inonestissimi, piaceri.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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