Ma era difficile il passare, perché Lautrech, come intese essere arrivati a Piacenza, era andato ad alloggiare a Casino, cinque miglia lontano da Milano in su la strada di Pavia; avendo messo i viniziani a Binasco in su la medesima strada, e l'uno e l'altro esercito in alloggiamento bene riparato e fortificato. Dove poi che furono dimorati qualche dí, avendo in questo tempo preso Santo Angelo e San Colombano, Lautrech, inteso che lo Scudo suo fratello, tornato con danari di Francia, dove era andato a dimostrare al re lo stato delle cose, soldati fanti a Genova, era arrivato nello stato di Milano, mandò a unirsi con lui Federigo da Bozzole con quattrocento lancie e settemila fanti tra svizzeri e italiani. Per la venuta de' quali, il marchese di Mantova, uscito di Pavia, andò a Gambalò per opporsi loro; ma o, avendo essi mostrato per il sospetto, come diceva egli, di ritirarsi verso il Tesino, non giudicando piú necessaria la stanza sua a Gambalò o, come piú presto credo, temendo di loro per essere piú grossi di quello gli era stato referito, se ne ritornò in Pavia: ma loro, venuti a Gambalò e uniti con lo Scudo, se ne andorono a Novara; e prese l'artiglierie della rocca che si teneva per loro, avendola battuta, la presono per forza al terzo assalto, con la morte della piú parte de' fanti che vi erano dentro, e restato prigione Filippo Torniello. Per il quale caso il marchese di Mantova, il quale, sollecitato da lettere e spessi messi del Torniello che andasse a soccorrerlo, era uscito di nuovo di Pavia, subito che n'ebbe notizia, cavate le sue genti di Vigevano, lasciata solamente guardata la rocca, ritornò a Pavia.
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