Salvossi nel medesimo modo il catino, tanto famoso, che con grandissima riverenza si conserva nella chiesa cattedrale. La preda fu inestimabile, di argenti di gioie di danari e di ricchissima supellettile, essendo quella città, per la frequentazione della mercatura, piena di infinite ricchezze. In questo fu manco acerba tanta calamità, che per i prieghi de' fratelli Adorni, perché la città non avea fatto segno alcuno di inimicizia, e perché si poteva dire che già fusse convenuta, i capitani proveddero che niuno genovese fusse fatto prigione e che non fusse violata alcuna donna. Fu eletto doge di Genova Antoniotto Adorno; il quale, partito che fu l'esercito, con l'artiglierie prestategli da' fiorentini accampatosi al Castelletto, prese il terzo dí la cittadella e la chiesa di San Francesco, e il dí seguente il Castelletto, datogli con certe condizioni dal castellano. La mutazione di Genova privò interamente il re di Francia di speranza di potere soccorrere le cose di Lombardia: perciò l'esercito mandato di nuovo da lui, il quale era pervenuto nello astigiano, ritornò di là da' monti; e lo Scudo, benché soprasedesse oltre al termine convenuto qualche dí, per alcune difficoltà che nacquono sopra le fortezze di Trezzo di Lecco e di Domodossola, resolute che furno queste, passò con le genti in Francia; osservatagli non solamente la fede, ma per tutto onde passò onoratamente ricevuto e trattato.
Lib.14, cap.15
Fallito tentativo del Bentivoglio contro Bologna. Vani tentativi di mutamenti di governo in Siena ed in Firenze.
| |
Adorni Genova Antoniotto Adorno Castelletto San Francesco Castelletto Genova Francia Lombardia Scudo Trezzo Lecco Domodossola Francia Bentivoglio Bologna Siena Firenze
|