Non fece questo medesimo ne' primi anni del regno suo il presente re? quando ciascuno credeva che, per essere nuovo re, per avere trovata esausta la corona per le spese infinite dello antecessore, fusse necessitato differire la guerra a uno altro anno. Non ci debbe adunque spaventare questa tardità; né sarebbe sufficiente scusa delle nostre variazioni, perché il confederato, ritardato non dalla volontà ma dagli impedimenti sopravenuti, non dà giusta causa di querelarsi al compagno né onesto colore di partirsi dalla collegazione. Questa deliberazione ricerca da noi il rispetto della onestà il rispetto della degnità del senato viniziano, ma non la ricerca meno il rispetto della utilità anzi della salute nostra. Perché chi è che non conosca di quanto profitto ci sia e da quanti pericoli ci liberi se il re di Francia recupera lo stato di Milano, e quanto riposo partorisca per molti anni alle cose nostre? Ammuniscecene l'esempio delle cose succedute pochi anni innanzi; perché l'averlo recuperato questo re fu cagione che noi, che prima con grandissime spese e pericoli difendevamo Padova e Trevigi, recuperassimo Brescia e Verona; fu cagione che, mentre ch'egli tenne pacifico quel ducato, noi possedessimo con grandissima pace e sicurtà tutto lo imperio nostro: esempli che ci hanno a muovere molto piú che la memoria antica della lega di Cambrai, perché i re di Francia compresono per esperienza quel che non avevano compreso per le ragioni: quanto detrimento ricevessino dello essersi partiti dalla nostra congiunzione; cosa che senza comparazione conosceranno meglio nel tempo presente, nel quale ha questo re per emulo uno imperadore, principe di tanti regni e di tanta grandezza, la cui potenza lo necessita a desiderare e avere carissima la nostra confederazione.
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