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      E quanto tempo è che, concitatagli contro tutta la Spagna, pareva piú presto degno di commiserazione che di invidia? E almeno non è tanta differenza dall'uno pericolo all'altro quanto è differenza da una deliberazione che ci escluda certo dal fine nostro a una che piú verisimilmente vi ci conduca. Dipoi queste ragioni risguardano il tempo futuro e lontano; ma se consideriamo lo stato presente delle cose, non è dubbio che il rifiutare la confederazione di Cesare ci mette per ora in maggiori molestie e pericoli; perché separandoci noi dal re di Francia è credibile riserberà il fare la guerra a migliori tempi e occasioni, ma stando noi congiunti con lui potrebbe pure essere che di presente la facesse, cosa che di necessità ci porterà molestie e spese. Ma in quale caso è piú pericoloso per noi l'esito della guerra? Congiugnendoci con Cesare si può quasi tenere per certo che la vittoria sarà da questa parte, cosa che non si può tanto sperare se saremo congiunti col re di Francia; e confederandoci con Cesare non ci sarebbe tanto pericolosa la vittoria del re come sarebbe per il contrario, perché in caso tale tutte l'armi de' vincitori si volterebbono contro a noi, e Cesare non solo arebbe minore freno e minori ostacoli ma quasi necessità di occupare il ducato di Milano. A quel che si dice del vincolo della confederazione è facile la risposta: perché promettemmo al re di Francia di aiutarlo a difendere gli stati che possedeva in Italia, non a recuperargli poi che gli avesse perduti.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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