Lib.15, cap.4
Disordini e fazioni di guerra nel modenese e nel reggiano. Il presidio di Modena rafforzato con fanti spagnuoli contro il duca di Ferrara. Pronti provvedimenti del commissario Guicciardini per difendere la città. Reggio e Rubiera occupate dal duca di Ferrara.
Per la morte del pontefice cominciorno a perturbarsi le terre della Chiesa; nelle quali, innanzi alla infermità sua, erano cominciate a dimostrarsi piccole faville di futuro incendio, atto ad ampliarsi vivente lui se, parte per caso parte per altrui diligenza, non vi fusse stato ovviato. Perché avendo il collegio de' cardinali, innanzi che il pontefice passasse in Italia, commessa ad Alberto Pio la custodia di Reggio e di Rubiera, si tenevano ancora da lui le fortezze di quegli luoghi; avendo, con vari colori e diverse scuse e per l'occasione della poca esperienza di Adriano, schernito molti mesi la instanza fatta da lui che gliene restituisse. Però era stato trattato che, subito che apparisse il principio della guerra, Renzo da Ceri, seguitato da alcuni cavalli e molti fanti, si fermasse in Rubiera, per correre con la opportunità di quel luogo la strada romana tra Modena e Reggio, a effetto di impedire i danari e gli spacci che da Roma, Napoli e Firenze andavano a Milano; e procedere secondo l'occasione a maggiori imprese. Ma avendo Francesco Guicciardini, governatore di quelle città, presentito a buona ora questo disegno, e dimostrato al pontefice a che fini tendessino le mansuete parole e prieghi di Alberto e il pericolo in che incorrerebbe tutto lo stato ecclesiastico da quella parte, aveva tanto operato che il pontefice, sdegnato e con minaccie e dimostrazioni di volere usare la forza, aveva costretto Alberto a restituirgliene; il quale, non essendo ancora le cose franzesi tanto innanzi, non aveva avuto ardire di opporsegli.
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