Accostossi Federico al castello, e poi che l'ebbe rinfrescato di vettovaglie e d'altri bisogni deliberò di assaltare la terra, confidandosi nell'avervi Prospero Colonna lasciato piccolo presidio: benché il marchese di Mantova v'avesse, per questo timore, mandato cento uomini d'arme cento cavalli leggieri e quattrocento fanti. Battuto che ebbe Federigo coll'artiglierie le mura, dette la battaglia invano, e dipoi fatta con l'artiglierie maggiore ruina dette un'altra battaglia ma col successo medesimo; onde si ridusse a San Martino, aspettando Renzo da Ceri che con dugento cavalli e duemila fanti veniva del reggiano: il quale come fu venuto, ritornati alle mura le batterono per molte ore con grande progresso, ma impediti da grandissime pioggie e conoscendo potere difficilmente ottenere la vittoria non tentorno piú oltre. Nel qual dí Mercurio, co' cavalli leggieri de viniziani, le genti de' quali si univano a Pontevico, passato l'Oglio corse insino a' loro alloggiamenti. Tentate queste cose invano, e avendo nell'esercito strettezza di vettovaglie, e risolvendosi i fanti condotti da Renzo perché non aveano ricevuti altri danari che quegli che avea dati a Renzo il duca di Ferrara, partitisi da Cremona, andorno a campo a Sonzino, ma con evento non dissimile. Saccheggiorno dipoi la terra di Caravaggio, ove dimororno alcuni dí: dalla quale dimora nasceva o scusa o impedimento al senato viniziano di non mandare a Milano gli aiuti a' quali erano tenuti; perché scusata la lentezza del raccorre le genti per la credenza stata comune a' capitani di Cesare che, per la separazione loro dal re di Francia, i franzesi quell'anno non passerebbono, affermava di mandargli come prima quegli che erano nel cremonese avessino ripassato il fiume dell'Adda.
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