Per la venuta del quale, i franzesi temendo del ponte loro gittorno un altro ponte a Torligo, distante da Pavia venticinque miglia. Sollecitava oltre a questo Vitello, che con la compagnia delle genti d'arme che avea da' fiorentini (i quali nel principio della guerra l'aveano mandato a Genova) e con tremila fanti pagati da' genovesi avea occupato, eccetto Alessandria, tutto il paese di là dal Po, passasse il fiume, per turbare le vettovaglie che della Lomellina a' franzesi si conducevano. Ma questo non consentí il doge di Genova, temendo alle cose proprie per la propinquità dell'Arcivescovo Fregoso, il quale era in Alessandria. E perché i viniziani, le genti de' quali aveano passato l'Oglio, ricusavano per il pericolo di Bergamo passare Adda, mentre che quella parte de' franzesi che era partita da Caravaggio dimorava appresso a Moncia, Prospero ottenne che a Trezzo mandassino quattrocento cavalli leggieri e cinquecento fanti per impedire le vettovaglie con le quali si sostentavano.
Alle quali cose mentre che da ciascuna delle parti si attende non si faceva altre azioni di guerra che battaglie leggiere, prede e scorrerie; nelle quali quasi sempre rimanevano inferiori i franzesi, e talvolta con danno memorabile. Conciossiacosaché essendo uscito, per fare scorta alle vettovaglie che venivano a Milano da Trezzo, Giovanni de' Medici con dugento uomini d'arme trecento cavalli leggieri e mille fanti, incontratosi in ottanta lancie franzesi, la maggiore parte della compagnia di Bernabò Visconte, e messosi a seguitargli e poi astutamente ritirandosi, gli condusse in una imboscata, fatta da sé, di cinquecento scoppiettieri, e rottigli con poca difficoltà ne ammazzò o prese la maggiore parte.
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