Similmente in una altra battaglia Zucchero borgognone roppe sessanta uomini d'arme della compagnia del grande scudiere. Assaltorno ancora piú volte i fanti spagnuoli i fanti franzesi che erano a guardia delle trincee che si facevano per andare coperti insino a' ripari, e ne ammazzorno non piccolo numero; e nel tempo medesimo Paolo Luzzasco, che con cento cinquanta cavalli leggieri era rimasto a Pizzichitone, scorrendo per tutto il paese circostante, dava molestia gravissima a quegli che erano in Cremona. Né succedevano allo ammiraglio piú felicemente l'insidie che l'altre cose. Perché essendosi occultamente convenuto con Morgante da Parma, uno de' capi di squadra di Giovanni de' Medici, essendone solamente conscio Gianniccolò de' Lanzi, uno de' suoi cavalli leggieri, e quattro altri, che come prima gli toccasse la guardia del bastione di una porta, il quale usciva fuora de' ripari, vi ricevesse dentro le sue genti, accadde, la notte destinata, che Morgante, parendogli avere bisogno a eseguire tal cosa di piú compagni, lo conferí con un altro de' suoi; il quale, simulando di consentire a questa perfidia, lo consigliò che andasse a comandare in nome di Prospero Colonna alle sentinelle che sentendo cosa alcuna non si movessero, acciocché non impedissino l'uomo il quale manderebbe a chiamare i soldati del campo che doveano venire al bastione: perché l'ammiraglio avea la notte medesima accostati da quella parte cinquemila fanti, perché stessino preparati quando riceveano il segno del muoversi, e messo in arme tutto l'esercito.
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