Pagina (1559/2094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Camminava in questo tempo alla morte Prospero Colonna, stato già ammalato otto mesi, non senza sospetto di veleno o di medicamento amatorio: però, dove prima gli era molestissima la venuta del viceré, non potendo poi piú reggere le cure della guerra, l'aveva continuamente sollecitata. Venne adunque il viceré; ma accostatosi a Milano, per mostrare reverenza alla virtú e fama di tale capitano, soprastette qualche dí a entrarvi: pure, intendendo essere ridotto allo estremo e già alienato dello intelletto, entrò, per desiderio di vederlo, in tempo che sopravisse poche ore poi; benché altri dichino che ritardò a entrarvi dopo la morte, che succedette il penultimo dí di quello anno. Capitano certamente, in tutta la sua età, di chiaro nome, ma salito negli ultimi anni della vita in grandissima riputazione e autorità; perito dell'arte militare e in quella di grandissima esperienza; ma non pronto a pigliare con celerità l'occasioni che gli potessino porgere i disordini o la debolezza degli inimici, come anche per il suo procedere cautamente non lasciava facile a loro l'occasione di opprimere lui; lentissimo per natura nelle sue azioni e a cui tu dia meritamente il titolo di cuntatore: ma se gli debbe la laude d'avere amministrato le guerre piú co' consigli che con la spada, e insegnato a difendere gli stati senza esporsi, se non per necessità, alla fortuna de' fatti d'arme. Perché all'età nostra ha avute molte varietà il governo della guerra: conciossiaché, innanzi che Carlo re di Francia passasse in Italia, sostenendosi la guerra molto piú co' cavalli di armadura grave che co' fanti, ed essendo le macchine che si usavano contro alle terre incomodissime a condurre e a maneggiare, se bene tra gli eserciti si commettevano spesso le battaglie, piccolissime erano le uccisioni, rarissimo il sangue che vi si spargeva, e le terre assaltate tanto facilmente si difendevano (non per la perizia della difesa ma per la imperizia dell'offesa) che non era alcuna terra cosí piccola o cosí debole che non sostenesse per molti dí gli eserciti grandi degli inimici: di maniera che con grandissima difficoltà si occupavano con l'armi gli stati posseduti da altri.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





Prospero Colonna Milano Carlo Francia Italia