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      Nel qual tempo, o poco prima, il marchese di Pescara, andato a campo a Casciano, alla custodia della qual terra erano cinquanta cavalli e quattrocento fanti italiani, gli costrinse ad arrendersi senza alcuna condizione. Ma essendo venuto co' soldati tedeschi il duca di Borbone, niuna altra cosa ritardava i capitani, ansii del pericolo di Pavia, che il mancamento tanto grande di danari che non solamente non potevano pensare agli stipendi dell'esercito ma aveano difficoltà de' danari necessari a condurre le munizioni e l'artiglierie: nella quale necessità, proponendo a' fanti la gloria e le ricchezze che perverrebbono loro della vittoria, riducendo in memoria quel che vincitori aveano conseguito per il passato, accendendogli con gli stimoli dell'odio contro a' franzesi, indussono i fanti spagnuoli a promettere di seguitare un mese intero l'esercito senza ricevere danari, e i tedeschi a contentarsi di tanti che bastassino a comperare le vettovaglie necessarie. Maggiore difficoltà era negli uomini d'arme e ne' cavalli leggieri alloggiati per le terre del cremonese e della Ghiaradadda; perché non avendo, già molto tempo, ricevuti danari allegavano non potere, seguitando l'esercito ove sarebbe necessario comperare tutte le vettovaglie, sostentare sé e i cavalli. Lamentavansi essere meno grata e meno stimata l'opera loro che quella de' fanti, ne' quali era stata, pur qualche volta, distribuita alcuna quantità di danari, in essi, già tanto tempo, niuna; e nondimeno non essere inferiori né di virtú né di fede, ma molto superiori di nobiltà e di meriti passati.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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