Ultimatamente, passň il re ad alloggiare a' monasteri di San Paolo e di San Iacopo luoghi comodi ed eminenti e cavalieri alla campagna, vicinissimi a Pavia ma alquanto fuori del barco; trasferito ad alloggiare a Mirabello [monsignore] d'Alansone col retroguardo. E per potere soccorrere l'un l'altro roppono il muro del barco da quella parte, occupando lo spazio del campo insino al Tesino, dalla parte di sotto, e dalla parte di sopra insino alla strada milanese; di maniera che, tenendo circondata intorno intorno Pavia, e il Gravelone e il Tesino e la Torretta, che č dirimpetto alla darsina in mano del re, non potevano gli imperiali entrare in Pavia se o non passavano il Tesino o non entravano per il barco.
Risedeva il peso del governo dell'esercito nell'ammiraglio: il re, consumando la maggiore parte del tempo in ozio e in piaceri vani, né ammettendo faccende o pensieri gravi, dispregiati tutti gli altri capitani, si consigliava con lui; udendo ancora Anna di Memoransí, Filippo Ciaboto di Brione e... di San Marsau, persone al re grate ma di piccola esperienza nella guerra. Né corrispondeva il numero dell'esercito del re a quello che ne divulgava la fama, ma eziandio a quello che ne credeva esso medesimo: perché, essendo della cavalleria una parte andata col duca di Albania un'altra parte rimasta con Teodoro da Triulzi alla guardia di Milano, molti alloggiando sparsi per le ville e terre circostanti, non alloggiavano fermamente nel campo oltre ottocento lancie, e de' fanti, de' quali si pagava, per le fraudi de' capitani e per la negligenza de' ministri del re, numero immoderato, era diversissima la veritŕ dall'opinione, ingannando sopra tutti gli altri i capitani italiani, i quali lo stipendio per moltissimi fanti ricevevano ma pochissimi ne tenevano: il medesimo accadeva ne' fanti franzesi.
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