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      E scrive il Cappella che il muro fu gittato in terra con tanto silenzio che i franzesi non sentirno, ma di questo il re poi disse il contrario; e che entrati nel barco, la prima squadra andò alla volta di Mirabello, il resto dello esercito alla volta del campo; ma che il re, intesa la entrata nel barco, pensando andassino a Mirabello, uscí degli alloggiamenti e venne a combattere in su la campagna, la quale credo fusse aperta e spianata dal re, desideroso si combattesse piú presto quivi che altrove, per la superiorità di cavalli. E secondo il Numaio, presono il cammino verso Mirabello e castel di Pavia; e che i franzesi, credendo volessino andare a Milano, voltorno subito l'artiglierie e feciono grande danno al retroguardo; e che gli imperiali avevano nella vanguardia quattrocento cavalli leggieri e quattromila tra archibusieri e scoppiettieri, che si attaccorno con lo squadrone del re, che ordinariamente era la battaglia ma, secondo camminavano gli spagnuoli, fu la vanguardia. Scrive il Cappella che, scontrato il re nella prima squadra degli spagnuoli, i suoi furno costretti dagli scoppi a piegare, insino a tanto che, sopravenendo i svizzeri, gli spagnuoli furno ributtati da' svizzeri e dalla cavalleria che gli assaltò per fianco; e che sopragiunsero i tedeschi e ruppeno con molta uccisione i svizzeri: ed essendo il re con grande numero di gente d'arme entrato nella battaglia, e sforzandosi fermare i suoi, dopo avere combattuto alquanto, ferito il cavallo ed egli caduto in terra, fu preso da cinque soldati che non lo conoscevano; ma sopravenendo il viceré, dandosi a conoscere venne in sua mano.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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