Nel quale tempo, il Guasto con la prima squadra aveva rotto i cavalli che erano a Mirabello; e il Leva, il quale (secondo dicono alcuni) aveva a questo effetto gittato in terra tanto spazio di muro che potevano uscirne in uno tempo medesimo cento e cinquanta cavalli, uscito di Pavia aveva assaltato i franzesi alle spalle, in modo che tutti si messono in fuga, e quasi tutti svaligiati eccetto il retroguardo de' cavalli, il quale, sotto Alanson, nel principio della battaglia si ritirò intero. Scrive il Barba che quella terza parte piú grossa, che assaltò al traverso del campo franzese, fu piegata dalle artiglierie di sorte che se il viceré, per avviso di Pescara, non soccorreva erano rotti, ma la sua giunta gli ricompose e seguitò lo assalto gagliardo; che la scoppietteria spagnuola dette ne' svizzeri, e gli voltò di sorte che fece fare il medesimo alla gente d'arme; che quegli di Pavia con sei bandiere assaltorono i fanti franzesi che alloggiavano quasi al diritto del castello, e con l'aiuto dell'artiglierie gli ruppeno subito; che al re fu morto il cavallo sotto, e ferito leggiermente in una mano e piú leggiermente nel volto. Il Numaio: che lo squadrone del re, assaltato da detti scoppiettieri, si messe in rotta, e nel ritirarsi disordinò gli altri fanti e il resto dello esercito; che al re fu morto il cavallo sotto, ed essendo in mezzo di molti che lo volevano prigione vi corse il viceré, e con molte riverenze gli baciò la mano, e [lo] ricevé prigione in nome dello imperadore, ferito leggiermente in una mano e piú leggiermente nel volto; e che di Pavia uscirno tutti i cavalli e tremila fanti.
| |
Guasto Mirabello Leva Pavia Alanson Barba Pescara Pavia Numaio Pavia
|