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      Essere ottima senza dubbio questa deliberazione se si facesse con prestezza, ma la lunghezza dare a' cesarei facoltà di riordinarsi; e tanto piú che chi non si risolveva ad armarsi era necessitato di accordarsi con loro e porgergli denari, che non era altro che essere instrumento di liberargli da tutte le difficoltà e stabilirsi da se medesimo in perpetua suggezione. Davano anche speranza d'avere a essere seguitati dal duca di Ferrara, il quale, e per la dependenza antica da' franzesi e per gli aiuti dati in questa guerra al re, non era senza grandissimo timore: la congiunzione del quale pareva di non piccolo momento, per la opportunità grande del suo stato alle guerre di Lombardia; [per essere] la città di Ferrara fortissima ed egli abbondantissimo di munizioni e di artiglierie e, come era fama, ricchissimo di denari.
     
      Lib.16, cap.2
     
      Il pontefice si volge con tutto l'animo alla concordia con Cesare. Difficoltà di comprendere nella concordia i veneziani. Ritorno del duca d'Albania in Francia. Confederazione fra il pontefice e Cesare. Diversità di giudizi sulla confederazione; giudizio dell'autore.
     
      Né la speranza di avere a vincere una impresa sí difficile né la considerazione de' pericoli piú lontani, a' quali il tempo suole spesso partorire rimedi non pensati, arebbe inclinato Clemente a prestare orecchi a questi ragionamenti, se non l'avesse indotto il timore di non essere assaltato di presente, a volere piú presto esporsi al pericolo manco certo che al pericolo che appariva maggiore e piú presente; e perciò si ristrinsono tanto le pratiche tra loro che, essendosi condotte insino allo estendere i capitoli, si aspettava che a ogn'ora si stipulassino; e in modo che il papa, persuadendosene la conclusione, spedí in poste al re d'Inghilterra Ieronimo Ghinuccio sanese, auditore della camera apostolica, per cercare destramente di disporlo a opporsi a tanta grandezza di Cesare.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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