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      Quando opportunamente sopravenne lo arcivescovo di Capua, antico segretario e consigliere suo, e che molti anni era stato appresso a lui di grandissima autorità; il quale, subito che aveva udito la vittoria degli imperiali, era da Piacenza andato in campo a don Carlo del Lanoi viceré di Napoli, e risoluto della sua intenzione corse subito in poste al pontefice, portandogli speranza certa di accordo. Perché il viceré e gli altri capitani avevano per allora due pensieri: l'uno di provedere a' denari per sodisfare l'esercito, col quale per non avere modo di pagarlo si trovavano in grandissima confusione; l'altro di condurre la persona del re di Francia in luogo che la difficoltà del guardarlo non gli avesse a tenere in continuo travaglio; e stabilite bene queste due cose, giudicavano restare in grado da potere sempre mettere a effetto i disegni loro: però desideravano l'accordo col papa, presupponendo di cavarne quantità grande di denari. E per disporvelo tanto piú col fargli spavento, e anche per sgravare degli alloggiamenti de' soldati lo stato di Milano che era molto consumato, avevano mandata ad alloggiare in piacentino quattrocento uomini d'arme e ottomila tedeschi, non come inimici, ma ora dicendo che il ducato di Milano non poteva nutrire sí grosso esercito ora minacciando di volergli fare passare in terra di Roma a trovare il duca di Albania, in caso che le genti condotte dagli Orsini non si dissolvessino. Ma erano superflue queste diligenze; perché come il papa fu certificato potere fuggire i pericoli presenti, lasciati gli altri pensieri, si voltò con tutto l'animo alla concordia: perciò, subito udito l'arcivescovo, fece fermare l'auditore della camera per il cammino; e per levare tutte l'occasioni che potessino interromperla operò che il duca di Albania dissolvesse, dai cavalli e fanti oltramontani in fuora, tutto 'l resto dello esercito e gli dette le stanze a Corneto, ricevuta promessa da' ministri di Cesare di licenziare anche essi le genti loro che erano intorno a Roma, e fermare Ascanio Colonna e altre genti che venivano del regno; e si interpose ancora che i Colonnesi, che cominciavano a molestare le terre degli Orsini, desistessino dall'armi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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