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      Il quale, dopo le parole generali avute insieme presente il capitano Alarcone, e l'avere il re supplicato il pontefice che per lui facesse buono officio con Cesare, gli domandò con voce sommessa quel che fusse del duca di Albania; udendo con grandissima molestia la risposta, che risoluta una parte dell'esercito era con l'altra passato in Francia.
      Convennono in questo tempo medesimo i lucchesi col viceré, il quale gli ricevé nella protezione di Cesare, di pagare diecimila ducati. Convennono e i sanesi di pagarne quindicimila, senza obligarlo a mantenere piú una forma che un'altra di governo: perché da uno canto quegli del Monte de' nove, a instanza del pontefice, per mezzo del duca d'Albania, avevano riassunta, benché non ancora consolidata, l'autorità; da altro, quegli che per fare professione di desiderare la libertà si chiamavano volgarmente i libertini, preso, per la giornata di Pavia, animo contro al governo introdotto per le forze del re di Francia, avevano mandato diversamente uomini al viceré per renderlo propizio a' disegni loro; né auta da lui certa risoluzione circa la forma del governo, avevano tutti sollecitata prontissimamente la composizione. La quale essendo fatta, e venuti a ricevere i danari gli uomini mandati dal viceré, nel tempo medesimo che i danari si annoveravano, e in presenza loro, Girolamo Severini cittadino sanese, che era stato appresso al viceré, ammazzò Alessandro Bichi, principale del nuovo reggimento e a chi il pontefice aveva disegnato che per allora si volgesse tutta la riputazione; donde preso l'armi da altri cittadini che erano congiurati seco, e levato in arme il popolo che era male contento che il governo ritornasse alla tirannide, cacciati i principali del Monte de' nove, riformorono la città a governo del popolo, inimico del pontefice e aderente di Cesare: essendo procedute queste cose non senza saputa, come si credette, del viceré, o almeno con somma approbazione di quello che era stato fatto, per considerare quanto fusse opportuno alle cose di Cesare avere a sua divozione quella città potente, che ha opportunità di porti di mare, fertile di paese, vicina al reame di Napoli e situata tra Roma e Firenze; non ostante che il viceré e il duca di Sessa avessino dato speranza al pontefice di non alterare il governo introdotto col favore suo.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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